Il Brasile chiede aiuto
“Viviamo in tempi bui, dove le persone peggiori hanno perso la loro paura e le migliori hanno perso la speranza”. (Hannah Arendt)
Il Brasile chiede aiuto.
Brasiliane e brasiliani impegnati nella vita sono ostaggi del genocida Jair Bolsonaro, che detiene la presidenza del Brasile, insieme a una banda di fanatici guidati dall’irrazionalità fascista.
Quest’uomo senza umanità nega la scienza, la vita, la protezione dell’ambiente e la compassione. L’odio dell’altro è la loro ragione per esercitare il potere.
Il Brasile oggi soffre del collasso intenzionale del sistema sanitario. La trascuratezza della vaccinazione e delle misure preventive di base, la promozione dell’agglomerazione e la rottura del confinamento, sommate alla totale assenza di una politica sanitaria, creano l’ambiente ideale per nuove mutazioni del virus e mettono in pericolo i paesi vicini e l’intera popolazione. Abbiamo assistito con orrore allo sterminio sistematico della nostra popolazione, soprattutto dei poveri, dei quilombola e degli indigeni.
Il Brasile ha realizzato una “camera a gas” a cielo aperto.
Il mostruoso governo genocida di Bolsonaro è passato dall’essere solo una minaccia per il Brasile a diventare una minaccia globale.
Ci appelliamo agli organismi nazionali – STF, OAB, National Congress, CNBB – e al WSO e alle Nazioni Unite. Esortiamo la Corte penale internazionale (CPI) a condannare con urgenza la politica genocida di quel governo che minaccia la civiltà.
La vita prima di tutto.
Per firmare l’appello clicca qui
Questo testo è stato scritto collettivamente e ha ricevuto l’appoggio di Gianni Minà,
Mons. Mauro Morelli, Padre Júlio Lancellotti, Leonardo Boff, Chico
Buarque de Holanda, Carol Proner, Zélia Ducan, Michael Löwy, Eric
Nepomuceno, Ladislau Dawbor, Frei Betto, Yves Lesbaupin e altri.