Forum Social Mundial

2003

Movimenti alternativi alla globalizzazione

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2003
FSM - Galeano spiega i poteri forti padroni dei mass media

Minà, girando continuamente per l’America Latina, aveva capito che qualcosa stava succedendo a Porto Alegre, in Brasile. Già in quella nazione, per alcuni anni, si stava tenendo la “Cumbre” dei capi di stato latinoamericani, embrione di quella che fu, in seguito, la Cumbre de la Unidad de América Latina y el Caribe che avviò il processo di costituzione della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC).

Nel 2002 quindi, con un solo operatore brasiliano, Gilson Crippa, iniziò a girare per 3 anni questo evento, collezionando interviste a tutta l’intellighenzia latinoamericana per un documentario che però non fece.
La proposta di creare un Forum Social Mundial nasce dopo la manifestazione europea contro l’Accordo multilaterale sugli investimenti (AMI) del 1998 e dopo la protesta a Seattle (Usa) nel 1999 contro l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).

Queste due manifestazioni furono la miccia di altre contestazioni che avvennero in molti parti del mondo (da noi al G8 di Genova) e dimostrarono che erano apparsi nello scenario politico nuovi attori disposti a lottare contro il neoliberismo, quest’ultimo capace di imporre regole disumane al mondo e di generare guadagni riservati solo a consorzi transnazionali. Di fronte all’inerzia di molti partiti della sinistra, i nuovi protagonisti assumono la critica e la mobilitazione attiva contro la globalizzazione neoliberale. Internet e la posta elettronica (email) sono le loro nuove armi di lotta.

Mossi da un grande obiettivo comune, il ripudio all’attuale modello neoliberista e alla convinzione che “un altro mondo è possibile”, si riunirono a fine gennaio del 2001 a Porto Alegre, in Brasile, migliaia di persone provenienti da diversi luoghi del mondo. Molti venivano dal mondo cattolico, molti rappresentavano il variegato mondo della sinistra.

Lì stavano quelli che volevano trasformare gradualmente il capitalismo fino a quelli che erano convinti che solo attraverso una lotta rivoluzionaria si sarebbe posto fine al regime oppressore.

Era presente chi voleva la via del negoziato e chi auspicava un “metodo diretto” come i contadini francesi rappresentati da José Bové o i “Sin Tierra” brasiliani.
Il Forum Social Mundial è stato un embrione di una vera e propria “Internazionale ribelle”, come l’aveva descritta Bernard Cassen, uno degli organizzatori del Forum, presidente di Attac e direttore di “Le Monde Diplomatique”.
Tutte queste idee hanno camminato insieme per quattro giorni, interfacciandosi, all’interno del mondo della sinistra: comunisti, socialisti, anarchici e democratici progressisti, dimostrando di fronte al mondo che una nuova cultura della sinistra stava emergendo, una cultura pluralista e tollerante che mette al centro quello che unisce e lascia indietro quello che divide; che si agglutina intorno a valori comuni come la solidarietà, l’umanesimo, la difesa della natura e respinge fermamente quello che è l’affanno al guadagno e la legge del mercato come princìpi che definiscono l’attività umana.

Per saperne di più, si legga Marta Harnecker in “En el Forum Social Mundial de Porto Alegre: la fuerza de estar juntos”.

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