Home

Gianni Minà

(Torino, 17 maggio 1938 – Roma, 27 marzo 2023)

È stato un giornalista, documentarista, scrittore e conduttore televisivo italiano.
Annoverato tra i più importanti giornalisti italiani, ha collaborato con quotidiani e settimanali italiani e stranieri, ha realizzato reportage per la Rai, ha ideato e condotto programmi televisivi, ha girato film documentari su Muhammad Ali, Fidel Castro, Rigoberta Menchú Tum, il subcomandante Marcos, Diego Armando Maradona, Silvia Baraldini e altri.
Minà ha lavorato a lungo con la casa editrice Sperling & Kupfer di Tiziano Barbieri; è stato direttore della collana “Continente desaparecido” dedicata a realtà e autori latinoamericani e ha pubblicato, sempre con questa casa editrice diretta da Carla Tanzi, numerosi libri sull’America Latina.
Dal 2000 al 2015 è stato editore e direttore, con Alessandra Riccio, della rivista trimestrale “Latinoamerica e tutti i sud del mondo” dove hanno scritto gli intellettuali più prestigiosi del continente americano. Minà ha iniziato la carriera giornalistica in ambito sportivo nel 1959 a “Tuttosport” sotto la direzione di Antonio Ghirelli, poi è stato direttore di questa storica testata dal 1996 al 1998.

1960
Primo giorno di Minà alla redazione del "Tuttosport"
Primo giorno di Minà alla redazione del "Tuttosport"
1965
Minà accompagna i Beatles nel loro tour italiano e scrive pezzi per "Ciao Amici"
Minà accompagna i Beatles nel loro tour italiano e scrive pezzi per "Ciao Amici"

Negli anni ’60, Minà, oltre ad avere l’ufficio stampa di Gianni Morandi, collaborava anche con “Ciao Amici”, “Momento Sera” e “Tuttosport” tramite l’agenzia giornalistica MNT2 istituita da lui insieme a Giorgio Tosatti, Troisio e Ettore Nuara. Nello stesso periodo ha esordito alla Rai come collaboratore dei servizi sportivi per le Olimpiadi di Roma. Nel 1965, dopo aver collaborato al rotocalco televisivo di genere sportivo “Sprint” diretto da Maurizio Barendson, ha iniziato a realizzare reportage e documentari per rubriche che hanno evoluto il linguaggio giornalistico della televisione, come “TV7”, “AZ, un fatto come e perché”, i Servizi speciali del TG, “Dribbling”, “Odeon, tutto quanto fa spettacolo”, “Gulliver”.

1970
Minà con la sua troupe riprende dall'alto il concerto all'Isola di Wight
Minà con la sua troupe riprende dall'alto il concerto all'Isola di Wight
1974
Minà placca Fidel Castro al primo campionato dilettanti nella storia del pugilato moderno
Minà placca Fidel Castro al primo campionato dilettanti nella storia del pugilato moderno

Minà ha seguito più di otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli, diventati storici, dell’epoca di Muhammad Ali.
Ha realizzato “Storia del Jazz” in quattro puntate e programmi sulla musica popolare centro e sudamericana: “America Pop & Rock”, “Europa Pop e Rock”, “Caccia al bisonte”.
È stato tra gli ideatori del programma “L’altra domenica” con Maurizio Barendson e Renzo Arbore. Nel 1976, dopo 17 anni di precariato, un giudice del lavoro obbligò la Rai ad assumere Minà e al TG2, diretto da Andrea Barbato, iniziò a raccontare la grande boxe, l’America dello show-business e i conflitti sociali delle minoranze. In quegli stessi anni ebbero inizio i reportage dall’America Latina che hanno caratterizzato la sua carriera. Nel 1978, a Buenos Aires, mentre stava girando un reportage sulla musica latinoamericana, Minà intervenne alla conferenza stampa indetta dall’ammiraglio Carlos Alberto Lacoste, organizzatore dei Mondiali di calcio, con delle domande sui desaparecidos. Il giornalista e la sua troupe furono immediatamente espulsi dal Paese e caricati a forza su un volo Alitalia, grazie all’aiuto del giornalista Foa.

1979
Minà e Muhammad Ali insieme per un reportage su Ali
Minà e Muhammad Ali insieme per un reportage su Ali
1981
Intervista a Gabriel García Márquez
  • Minà aveva conosciuto Gabriel Márquez in un albergo di Città del Messico. Il Premio Nobel per la letteratura aveva lasciato la Colombia e chiesto lì asilo politico. Minà stava seguendo il presidente Pertini in un viaggio di stato per il telegiornale e aveva chiesto ai suoi amici messicani se potevano metterlo in contatto con Márquez. Con lui Minà si incontrò moltissime volte, a Città del Messico, a Roma, all'Avana, a Venezia su invito di Gillo Pontecorvo. Fu così che nacque un'amicizia che durò fino alla scomparsa del grande scrittore.
     

Intervista a Gabriel García Márquez

Dopo aver collaborato a due cicli di “Mixer” di Giovanni Minoli, dal 1981 al 1984 fu autore e conduttore di “Blitz”, un programma innovativo che coniugava informazione e spettacolo; era la prima trasmissione Rai in cui si sentiva l’esigenza di aprirsi a molti contributi esterni. Così ad esempio, alla puntata della danza la Fracci, la Savignano e la Terabust, oltre ad Heater Parisi, facevano da contrappunto ad Antonio Gades e alla sua compagnia di flamenco collegati da Parigi insieme a Luis Falco, grande protagonista della danza moderna in diretta da New York; oppure alla puntata con Fabrizio De Andrè che si confrontava sui testi con il poeta Gregory Corso e Joan Baez che si esibiva nella “Canzone di Marinella”; o alla puntata di Cinecittà dove Fellini girava “E la nave va” e contemporaneamente Sergio Leone dirigeva un giovane invecchiato Robert De Niro nel film “C’era una volta in America” insieme alla partecipazione di Ennio Morricone e Claudia Cardinale. Diverse volte sono stati effettuati collegamenti dal circo Orfei, dal Festival di Cannes, dal Teatro Tenda di Piazza Mancini con Roberto Benigni e Gigi Proietti. A “Blitz” sono intervenuti fra gli altri Giulietta Masina, Eduardo De Filippo, Jane Fonda, Gabriel García Márquez, Enzo Ferrari, Giorgio Gaber, Léo Ferré, Tito Schipa Jr. e Muhammad Ali, che Minà seguì in tutta la sua carriera e al quale avrebbe poi dedicato un lungometraggio intitolato “Cassius Clay, una storia americana”.

1981
Minà con Ray Charles a "Blitz"
Minà con Ray Charles a "Blitz"
1985
Minà intervista De Niro per il documentario su Sergio Leone
Minà intervista De Niro per il documentario su Sergio Leone

Nel 1985 Minà realizza per la Rai “Storia della boxe”, dove ricostruisce, attraverso interviste fatte nella seconda metà degli anni ’70 a pugili negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, l’epopea della grande boxe, uno sport che, spesso, è stato una delle immagini più significative della società moderna.
Nel 1987 ha intervistato una prima volta per 16 ore il presidente cubano Fidel Castro, in un documentario dal quale è stato tratto un libro pubblicato in tutto il mondo dal titolo “Il racconto di Fidel”. Da quello stesso incontro è stato ricavato “Fidel racconta il Che”, un reportage nel quale il leader cubano per la prima e unica volta raccontava l’epopea di Ernesto Che Guevara. L’intervista si è ripetuta nel 1990, dopo il tramonto del comunismo. I due incontri sono stati riuniti nel libro “Fidel”. Il prologo alla prima intervista con Fidel Castro fu scritto da Gabriel García Márquez; quello alla seconda, dallo scrittore brasiliano Jorge Amado.

1987
Prima intervista a Fidel Castro
Prima intervista a Fidel Castro
1993
Minà con Jorge Amado e Zelia Gattai
Minà con Jorge Amado e Zelia Gattai

Nel 1991 ha realizzato il programma “Alta classe”, una serie di profili di grandi artisti come Ray Charles, Pino Daniele, Massimo Troisi e Chico Buarque de Hollanda. Nello stesso anno ha presentato “La Domenica Sportiva” e ideato il programma di approfondimento “Zona Cesarini”, che seguiva la tradizionale rubrica riservata agli eventi agonistici.
Fra i suoi documentari di maggior successo, si ricordano soprattutto quelli di carattere sportivo su personaggi come Nereo Rocco, Diego Maradona, Michel Platini, Ronaldo, Carlos Monzón, Nino Benvenuti, Edwin Moses, Tommie Smith, Lee Evans, Pietro Mennea e Muhammad Ali.
Nel 1992 ha iniziato un ciclo di opere rivolte all’America Latina: “Storia di Rigoberta, una donna maya per la pace” un documentario in due puntate sul Nobel per la pace Rigoberta Menchú Tum; “Immagini dal Chiapas. Marcos e l’insurrezione zapatista” presentato al Festival di Venezia del 1996; “Marcos: aquí estamos”, un reportage in due puntate sulla marcia degli indigeni Maya dal Chiapas a Città del Messico con un’intervista esclusiva con il subcomandante Marcos realizzata insieme allo scrittore Manuel Vázquez Montalbán; “Il Che quarant’anni dopo”, ispirato alla vicenda politica e umana di Ernesto Che Guevara e al ritorno in patria dei suoi resti.
Alle elezioni politiche del 1994 Minà fu candidato per i Progressisti, in quota La Rete, nel collegio uninominale della Camera di Palermo-Capaci, con capolista Antonino Caponnetto, senza essere eletto.

1996
Intervista al subcomandante Marcos nella selva Lacandona con Blanche Petrich
Intervista al subcomandante Marcos nella selva Lacandona con Blanche Petrich
2005
Minà con Rigoberta Menchú Tum e Adolfo Pérez Esquivel al Summit per la Pace a Roma
Minà con Rigoberta Menchú Tum e Adolfo Pérez Esquivel al Summit per la Pace a Roma

Collaboratore per anni dei quotidiani la “Repubblica”, l’“Unità”, “Corriere della Sera” e “il manifesto”, Minà ha realizzato per la Rai dal 1996 al 1998 il programma televisivo “Storie”, dove sono intervenuti tra gli altri il Dalai Lama, Jorge Amado, Luis Sepúlveda, Martin Scorsese, Naomi Campbell, John John Kennedy, Pietro Ingrao; programma dal quale è stato tratto il libro “Testimoni del tempo”.
Nel 1995 viene pubblicato il suo saggio, “Continente desaparecido”, realizzato con interviste a Gabriel García Márquez, Jorge Amado, Eduardo Galeano, Rigoberta Menchú Tum, mons. Samuel Ruiz García, Frei Betto e Pombo e Urbano, compagni sopravvissuti a Che Guevara in Bolivia, che ha dato poi il titolo a una collana di opere sull’America Latina edita dalla Sperling & Kupfer.
Nel 1998 Minà ha realizzato “Il Papa e Fidel”, dove ha analizzato lo storico incontro avvenuto a Cuba tra Fidel Castro e papa Wojtyla. Nello stesso anno è uscito il libro edito dalla Sperling & Kupfer con lo stesso titolo.
Nel 2001 Minà ha realizzato “Maradona: non sarò mai un uomo comune”, un reportage-confessione con Diego Maradona alla fine dell’anno più sofferto per l’ex calciatore.
Nel 2003 è stato eletto nell’assemblea della SIAE e ha fatto parte del comitato che ha ideato e realizzato “Vivaverdi”, la rivista degli autori italiani. Nello stesso anno Minà ha scritto “Un mondo migliore è possibile”, un saggio sulle idee germogliate al Forum sociale mondiale di Porto Alegre che hanno cambiato l’America Latina. L’opera è stata tradotta in lingua spagnola, portoghese e francese.

1986
Minà assiste a una partita dei Mondiali con Diego A. Maradona
Minà assiste a una partita dei Mondiali con Diego A. Maradona
1998
Minà fece incontrare Aleida Guevara figlia del Che Guevara e John John Kennedy, figlio di John Fitzgerald Kennedy
Minà fece incontrare Aleida Guevara figlia del Che Guevara e John John Kennedy, figlio di John Fitzgerald Kennedy

Nel 2004 Minà ha realizzato un progetto inseguito per otto anni e basato sul diario giovanile di Ernesto Guevara “Notas de viaje” riguardante il viaggio che il giovane Ernesto fece nel 1952, insieme al suo amico Alberto Granado, attraversando in motocicletta l’America Latina, partendo dall’Argentina e proseguendo per il Sud del Cile, il deserto di Atacama, le miniere di Chuquicamata, l’Amazzonia peruviana, la Colombia e il Venezuela. Dopo aver collaborato al film tratto da questa avventura e intitolato “I diari della motocicletta” (diretto da Walter Salles e prodotto da Robert Redford e Michael Nozik) Minà ha diretto il lungometraggio “In viaggio con Che Guevara”, ripercorrendo con l’ottantenne Alberto Granado quell’avventura mitica.
L’opera, oltre a essere invitata al Sundance Festival, alla Berlinale e ai Festival di Annecy, di Morelia (Messico), di Valladolid e di Belgrado, vinse il Festival di Montréal e in Italia il Nastro d’argento (premio della critica).
Sempre per la Sperling & Kupfer ha pubblicato “Politicamente scorretto, un giornalista fuori dal coro”, raccolta di suoi articoli e saggi pubblicati tra il 1990 e il 2007 su la “Repubblica”, l’“Unità”, “il manifesto”, “Latinoamerica”, costituenti un autentico esercizio di contro-informazione sugli avvenimenti più diversi e controversi dei primi anni del terzo millennio.
Nel 2007 ha ricevuto il premio Berlinale Kamera alla carriera al Festival di Berlino, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi.
Nel 2007 Minà, per la GME Produzioni S.r.l., Rai Trade e “Gazzetta dello Sport”, ha editato “Maradona, non sarò mai un uomo comune”, la storia del calciatore argentino in 10 dvd (alcuni anni dopo rieditata con un’ultima intervista al calciatore argentino). L’opera, con un milione e duecentomila copie vendute, si è rivelata record di vendite nei successivi dieci anni.
Nel 2008 ha prodotto il film documentario “Cuba nell’epoca di Obama”, un viaggio nella Cuba del passato con interviste a personaggi come lo scrittore Roberto Fernández Retamar o la ballerina classica Alicia Alonso, e in quella del futuro, con interviste alle nuove generazioni nelle scuole cubane. Questo documentario, nel 2012, ha fatto vincere a Minà il suo secondo Nastro d’argento. Nello stesso anno è andato in onda su Rai 3 “La stagione dei Blitz”, una scelta fatta da Minà riguardo le puntate più spettacolari di “Blitz”.
Nel 2014 viene pubblicato “Il mio Ali” una raccolta di articoli scritti da Minà su Muhammad Ali dal 1971 in poi, pubblicato da Rcs, Rai.com e Rai Eri.
Nel 2015 Minà ha prodotto “Papa Francesco, Cuba e Fidel”, un reportage sulla storica visita del Pontefice argentino avvenuta a Cuba nel settembre del 2015, con il quale vinse, nel 2016, l’Award of Excellence all’ICFF di Toronto, Canada. Sempre nel 2016, Minà ha prodotto “L’ultima intervista a Fidel Castro”, della durata di 40 minuti, effettuata alcuni mesi prima della scomparsa dello storico leader cubano.
Nel 2017 è uscito il libro-intervista “Così va il mondo”, con Giuseppe De Marzo, dove Minà ha raccontato cinquant’anni di giornalismo con un’attenzione particolare ai diritti dei più deboli e a chi si ribella alle ingiustizie in Italia, negli Stati Uniti, in America Latina, ovunque.
Nel 2020 Minà ha pubblicato la sua autobiografia “Storia di un boxeur latino”, edito da minimum fax, e nel 2021 il libro “Maradona non sarò mai un uomo comune”, per la stessa casa editrice.
Nel 2022, per la regia di Loredana Macchietti e con la collaborazione di Minà stesso, è uscito il documentario “Gianni Minà una vita da giornalista”, prodotto da Format e Rai Cinema.
A febbraio del 2023 ha voluto istituire la “Fondazione Gianni Minà” con sua moglie Loredana Macchietti, che ha come scopo la valorizzazione del suo patrimonio editoriale e documentaristico. Minà, infine, ha lasciato un libro fotografico “Fame di storie”, edito dalla Roberto Nicolucci Editore e dedicato alle nuove generazioni.
Su RaiPlay, attualmente, è disponibile la serie in 20 puntate dal titolo “Gianni Minà cercatore di storie”, curata da Loredana Macchietti, ed è una scelta ragionata sul patrimonio che Minà ha lasciato a Rai Teche, dagli anni 1960 a fine anni 1990.
Nel 2024, a un anno dalla scomparsa di Gianni Minà, la Fondazione Gianni Minà ETS renderà accessibile una nuova piattaforma online che include il patrimonio filmico e cartaceo del giornalista.

1981
Minà con il Presidente Sandro Pertini
Minà con il Presidente Sandro Pertini
2007
Minà riceve il Berlinale Kamera al Festival di Berlino del 2007
Minà riceve il Berlinale Kamera al Festival di Berlino del 2007

Alcuni riconoscimenti
Nel 1981 il presidente Sandro Pertini gli ha consegnato il premio Saint-Vincent come miglior giornalista televisivo dell’anno.
Nel 2004 ha vinto, per il film documentario “In viaggio con Che Guevara”, il primo premio nel settore documentari al Festival di Montréal e il Nastro d’argento in Italia. Nello stesso anno gli sono stati assegnati il premio Flaiano e il premio Vittorini per il giornalismo televisivo.
Nel 2007 ha vinto per la collezione di documentari “Cuban Memories” il premio Berlinale Kamera alla carriera al Festival di Berlino e il premio alla carriera al Festival di Siviglia.
Nel 2009 il comune di Castelbuono, paese d’origine del nonno paterno, gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
Nel 2010 al Giffoni Film Festival gli è stato conferito il “premio speciale Vittorio Mezzogiorno”.
Nel 2012 ha vinto la targa Nastri d’argento, settore documentari, per l’opera “Cuba nell’epoca di Obama” («Per l’infaticabile, enciclopedica, unica capacità di raccontare controcorrente nel giornalismo mondiale la realtà sociale e politica di Cuba con un’appassionante ricerca, anche cinematografica»). Nello stesso anno, gli è stato conferito il “premio Trabucchi d’Illasi alla Passione Civile”.
Nel 2014 gli è stato assegnato il Premio Tenco.
Nel 2016, per il documentario “Papa Francesco, Cuba e Fidel” ha vinto all’ICFF di Toronto, Canada, l’Award of Excellence.
Nel 2017 ha vinto il 3° Nastro d’argento alla carriera.
Nel 2019 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris gli ha conferito la cittadinanza onoraria napoletana.
Il 12 luglio dello stesso anno ha ricevuto la laurea honoris causa dal Centro sperimentale di cinematografia di Roma.
Nel 2022 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Brusasco (To), il paese dove Minà da bambino, insieme alla sua famiglia, è stato sfollato durante la seconda guerra mondiale.

Home